Il grado di Compagno

Possiamo affermare senza ombra di dubbio che se il terzo grado é egizio come conformazione il secondo grado è alchimistico nel suo taglio greco-alessandrino. Da rituale sappiamo che le chiavi del grado sono la spiga e la sorgente o cascata. La spiga è un grande simbolo è la vita stessa, era l’emblema di Osiride, il dio morto e resuscitato e rappresentava nell’antico Egitto il ciclo della morte e della rinascita. La spiga contiene il grano nella doppia veste come simbolo che nutre e che muore e rinasce. Qui si inserisce la tradizione Eleusina, in cui, nel secondo grado, con l’offerta a Demetra si onorava la dea simbolo di fecondità e iniziatrice ai misteri della vita. Scriveva Esiodo: “Pregate Zeus infernale e la pura Demetra di rendere pesante il grano maturo ….Così le vostre spighe nel momento della loro pienezza inclineranno verso terra”, ritornando alla terra saranno promessa di altre spighe. Dimenticati Dioniso Demetra e Osiride nel Medio Evo il grano divenne il simbolo del Cristo perché discese negli inferi e risorse. “In verità vi dico, se il granello di frumento, cadendo a terra non muore,rimane solo; ma se muore porta tanti frutti” (Giov. XII,24) Il massone deve fare suo questo simbolo perché come il grano deve dare il frutto della generosità.

La sorgente

In tutte le tradizioni la sorgente è simbolo dell’origine della vita ed in senso più esteso di tutte le origini. Nei frammenti orfici, il n°32 ci dice: “Tu troverai nella casa di Ade, a sinistra, una sorgente accanto ad essa un cipresso bianco (una Tuia conosciuta anche come l’albero della vita); fai attenzione a non avvicinarti a questa sorgente. Più avanti ne troverai un’altra, un’acqua fresca che sgorga dalla palude della memoria, vi sono guardiani davanti ad essa, di loro: “-io sono il figlio della terra e del cielo stellato; lo sapete bene anche voi. Sono assetato e muoio, (sic) datemi dunque subito l’acqua fresca che sgorga dalla palude della memoria’’. Allora ti daranno l’acqua della sorgente divina e tu andrai in seguito a regnare tra gli eroi.

La memoria ha una funzione primaria, perché nelle tradizioni pagane le anime bevono l’acqua del Lete, che è l’acqua dell’oblio, per poter rinascere sulla terra (confr. il VI° libro dell’Eneide). Qui al contrario si beve un’acqua che ridà la memoria della nostra origine divina facendoci rinascere su di un piano divino. Nell’Apocalisse viene detto: “Mi mostrò poi un fiume d’acqua viva come il cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’agnello.” Nella leggenda del nostro secondo grado, si tratta di parole che simboleggiano spighe di grano, ruscelli e guadi, attraversando i quali, la conoscenza delle parola di passo, fa la differenza tra la vita,e la morte.

La Tavola di Tracciamento

La tavola di tracciamento in questo grado è divisa in due parti. Nella parte inferiore vediamo l’interno del tempio, esso è aperto agli iniziati di grado intermedio, infatti la tenda in fondo che preclude la visione del tabernacolo è chiusa. È accessibile in questa fase soltanto la camera di mezzo che si intravede sulla sinistra. Vediamo in questo caso quali sono i simboli da analizzare. nella tavola di tracciamento del secondo grado:

– Il tempio
– Le due colonne
– I due globi
– I melograni
– L’intreccio a rete che avvolge le colonne
– La scala a chiocciola
– I due medaglioni
– Il tempio

Il massimo esponente degli ermetisti alessandrini è senza dubbio Zosimo di Panopoli vissuto nel secondo secolo d.C. Questo autore ci ha lasciato dei testi che sono molto importanti per la comprensione dell’arte Regia e della massoneria. raccolti sotto forma di sogni, essi descrivono varie esperienze simboliche delle quali la più trasparente è quella che segue. L’Autore viene incaricato, se vuole acquisire la conoscenza dei misteri, di mettersi all’opera ed erigere un tempio. Questo tempio dovrà essere costruito con una sola pietra bianca e rilucente come biacca o alabastro ed a forma di un cubo. (una pietra lavorata dunque, ed il tempio é anche simbolo del corpo umano spiritualizzato). Questa costruzione non deve avere né inizio né fine (il nostro tempio infatti ha per volta il cielo stellato) e, al suo interno deve trovarsi una sorgente di acqua purissima, simboleggiante l’energia che noi utilizzeremo nella trasformazione, e dal tempio deve provenire una luce radiosa come il sole (la troviamo ad oriente del tempio). L’Adepto ora dovrà trovare e varcare l’ingresso ma dovrà anche impugnare una spada perché accanto alla porta si trova un drago o un serpente che fa da guardiano al tempio.

L’adepto dovrà ucciderlo e smembralo, raccoglierne i pezzi per farne dei gradini che dovrà usare per salire ed entrare. Quindi, simbolicamente, per entrare nel tempio si dovrà acquisire la conoscenza del drago o del serpente. Al giorno d’oggi noi, per passare, dobbiamo solo recitare le parole di passo al sorvegliante, ma non dobbiamo dimenticare che in inglese letteralmente si dice “guardiano” e, come il drago da affrontare, sta a guardia dei tesori del tempio. Il simbolismo del drago o del serpente nelle versioni più tarde, si é trasformato nel simbolo della scala a spirale o a hiocciola e ci rimanda ad un altro simbolismo: il cammino mistico avviene a spirale. Entrato nel tempio, dopo aver varcato la porta, l’A. vedrà l’altare e, sopra, l’uomo di bronzo (che é la proiezione di se stesso) che avrà cambiato colore e sarà diventato d’argento e successivamente d’oro. Un particolare degno di nota é che non esiste l’angolo retto. In natura l’angolo retto é un tipico manufatto umano. Se ci guardiamo intorno, tutto ciò che é natura segue linee curve, ma c’é una sola eccezione ed é il cristallo di salgemma; il sale cavato dalle miniere è cristallizzato in forma cubica. Questa é la forma caratteristica della pietra lavorata e se consideriamo che nell’arte regia la combinazione del Solfo filosofico e del mercurio ermetico da origine al Sale ci rendiamo conto di quanto il nostro lavoro sia complesso.

Le due colonne

Le due colonne sono quelle descritte nel libro dei Re: “Hiram fuse due colonne di bronzo alte diciotto cubiti e dodici di circonferenza…..eresse le colonne nel vestibolo del tempio e chiamò la colonna destra Jachim e quella di sinistra Boaz”. (I Re 7,15) In realtà il simbolismo è più complesso innanzitutto è più antico perché risale all’antico Egitto infatti le due colonne erano il simbolo dell’unione fra il basso e l’alto Egitto, realizzata prima dell’età storica dai mitologici “Re Scorpioni” che secondo la storiografia egizia regnavano prima dei faraoni. Per estensione, quindi, le colonne rappresentano l’unità di tutto il popolo. Gli Ebrei acquisirono probabilmente questo simbolo durante la permanenza in Egitto. Le colonne erano anche simbolo del volere e della potenza divina: nel Vecchio Testamento l’Altissimo si manifesta frequentemente come una colonna di fuoco. Il fatto poi che fossero molto grandi vuote e che all’interno contenessero i libri sacri ci rafforza il concetto. I libri sono la legge del Signore e la sua saggezza, le colonne stesse simboleggiano il Signore e la sua forza.

I due globi

due globi sono raffigurazioni del giorno e della notte e rappresentano il tutto. Ci ricordano che il Grande Architetto é padrone del giorno e della notte, fanno riferimento al mezzogiorno ed alla mezzanotte ed al loro profondo significato iniziatico. Come nota René Guénon, il culmine del sole spirituale ha luogo a mezzanotte per analogia inversa con quello del sole fisico; l’iniziazione ai misteri antichi era assimilata al sole di mezzanotte. Tutte le iniziazioni antiche avvenivano di notte, e quando, come nel mitraismo, questo non accadeva veniva creata una notte artificiale nel mitreo, che, anche se era frequentato di giorno, doveva sembrare frequentato di notte, con il suo soffitto con il cielo stellato dipinto e la struttura a finta grotta, perché la luce che doveva illuminare i presenti doveva brillare nel buio. La notte e la mezzanotte, che di questa è la profondità, deve far concentrare sulla propria interiorità perché nel nostro iniziale buio interiore comincia il viaggio che ci porterà a scoprire l’inestinguibile luce interiore. Ricordiamoci che in loggia quando i lavori sono aperti è sempre mezzanotte.

I melograni

Il melograno è simbolo di fertilità e di amore e da sempre in Palestina era usato come paragone nei canti d’amore, anche perché ne veniva estratta una bevanda blandamente alcolica la cui leggera ebbrezza era considerata una allegoria sia per gli innamorati che per i mistici. (vedi Omar Khayyam) Nell’ebraismo era simbolo dell’osservanza della legge ed era esposto nella festa delle capanne che ricordava i quarant’anni nel deserto, Nel corso della celebrazione veniva anche mangiato come benedizione di fertilità. Nel medio evo il frutto diventa simbolo delle numerose virtù di Maria. La forma sferica, poi, e i numerosi grani erano visti come simbolo del numero infinito delle qualità di Dio e della sua bontà. Nei misteri Eleusini il melograno rappresentava Persefone. Ricordiamo che quando fu rapita da Ade non toccò cibo durante la sua permanenza negli inferi (che sono una altra cosa dall’inferno cristiano) tranne tre grani di melograno e, per questo, dovette tornarvi come sposa di Ade. Nei misteri Eleusini il melograno era mezzo e viatico per accedere al mondo dell’aldilà e simbolo di immortalità.

La rete attorno alle due colonne

La rete attorno alle due colonne, allude a due cose strettamente correlate: S. Cristoforo e la Materia Prima della Grande Opera. S. Cristoforo era un pescatore che, secondo la leggenda, una notte portò sulle spalle un bambino che, mentre guadava un fiume, diventava sempre più pesante e che si rivelò essere Gesù Cristo sotto mentite spoglie. Egli quindi portava sulle spalle il mondo intero e il suo creatore. Cristoforo viene raffigurato con una cintura a forma di rete che, secondo gli alchimisti, ha lo stesso aspetto del solvente quando viene preparato canonicamente. È il segno che i filosofi usano per indicare la virtù, la perfezione e l’estrema purezza. La purificazione ulteriore di questo mercurio porterà alla comparsa, sulla sua superficie, del “Sale dei Saggi”, della “Stella dei Magi” simbolicamente quindi Cristoforo porta su di se come materia prima il “Re bambino”, “L’oro bambino” che si formerà sulla superficie del materiale fuso, nell’atanor dell’artista. Questi piccoli particolari sono molto importanti perché ci richiamano l’attenzione sulla discendenza, tra rosacroce ed alchimisti, con la massoneria.

La scala a chiocciola

Abbiamo già detto che i simboli del drago e della scala a chiocciola sono equivalenti ma è utile tornare su questi punti. Santa Perpetua la santa durante il suo martirio vede una scala di bronzo di straordinaria grandezza e sulla scala riposa un drago enorme, “Saturno salì per primo e arrivato alla sommità si volse e disse: “– Perpetua ti aiuto, ma fai attenzione a che il drago non ti morda e io gli dissi: – non mi morderà in nome di Gesù Cristo. Allora il drago come se mi temesse, sporse la testa da sotto la scala e io salendo il primo gradino gli calpestai il capo” il commento di questa visione fa dire a S.Agostino che la testa del drago è il primo gradino della scala (S.Agostino, sermoni, 280,1) Il drago è un severo guardiano di tesori nascosti ma di tutti i tesori il più importante è “l’ombra”: il lato oscuro dentro di noi. Si anche questa è un tesoro. In tutte le saghe antiche l’eroe si trova invariabilmente davanti al drago, ma prima deve combattere un’altra battaglia: si deve rendere conto che l’ombra esiste e che egli, può subirla o trarne forza. E’ necessario, però, che egli si accordi con i suoi poteri distruttivi, se vuole diventare abbastanza temibile da vincere il drago. l’uomo non può trionfare se prima non ha dominato ed assimilato l’ombra (Jung). Diceva R.R.Rilke, nella lettera a un giovane poeta:”Tutti i draghi della nostra vita sono forse delle principesse che attendono di vederci belli e coraggiosi. Tutte le cose terrificanti sono forse cose prive di soccorso in attesa del nostro aiuto”.