Il Gabinetto di Riflessione...

Il candidato viene chiuso in una piccola stanza. Qui vi rimarrà per un determinato tempo della cui durata non ha però informazioni. Qui stilerà il testamento spirituale. Nella stanza ci sono una serie di oggetti e di sentenze. Questi messaggi e simboli servono ad indurre uno stato emotivo peculiare.

È qui necessario raccogliersi nella propria interiorità perché inizia il primo dei quattro viaggi che porteranno dalle tenebre alla luce. Infrangendo in successione le barriere dell’ignoranza, del pregiudizio, della morte (gli altri tre sono all’interno del tempio). Le pareti, il soffitto, il pavimento sono di colore nero. L’importanza del nero è antica, nei livelli d’esistenza, dal mondo cosmico al mondo più intimo, il nero rappresenta le forze notturne, negative e involutive, il bianco le forze diurne, positive ed evolutive. L’oscurità è il dominio del germe, del seme e che il nero, come è stato ben sottolineato da tanti tra cui C.G. Jung, è il luogo delle germinazioni: è il colore delle origini, degli inizi, degli occultamenti, nella loro fase germinale, quella precedente l’esplosione luminosa della nascita. Questo è probabilmente il motivo per cui la dea madre era raffigurata nelle statue col volto nero non solo nella cultura greco-romana, ma in ogni parte del mondo. E questo è anche il motivo per cui statue di divinità pagane siano state considerate immagini della vergine e troneggino da più di venti secoli in santuari molto famosi. Le Vergini nere, erano dee delle germinazioni e delle caverne, come l’Artemide di Efeso dal volto scuro eppur luminoso.

Il gabinetto di riflessione nel quale si sosta corrisponde ad una discesa negli inferi. In questo luogo per poter rinascere si sperimenta la morte. E’ in questo ambiente, di preparazione e di meditazione, che diviene possibile prepararsi a morire a noi stessi, dopo aver redatto un testamento filosofico. Uscendo dal gabinetto di riflessione poi, c’è un’altra simbologia importante anch’essa da considerare. Siete stato immerso nel nero, avete compiuto quello che in alchimia viene detta “l’Opera al nero”, la fine di questo processo si concluderà con l’indossare il grembiule dell’apprendista, esso è bianco ed i vostri guanti sono bianchi quello che in alchimia viene detto “l’Opera al bianco”. Essa ha come simbologia l’apparire di una stella bianca “mercuriale” sulla massa informe e nera della matrice.