Il Silenzio ed Arpocrate

Nei tempi antichi per poter essere ammessi alle iniziazioni pitagoree ed egizie bisognava osservare il silenzio per circa un anno, sia all’interno del tempio sia fuori nella vita profana. Oggi l’apprendista non ha una regola così stretta anche se conserva il divieto di parlare in loggia. Il silenzio serve a riportarci all’interno di noi, a riflettere, a fare quella che veniva definita la meditazione silenziosa.

Abbiamo già detto come nell’antico Egitto nei templi misterici era raffigurato Arpocrate il dio del silenzio, nell’aspetto di un giovane nell’atto di portare il dito alle labbra. Esso indicava come afferma Plutarco, che gli uomini che conoscono gli Dei, non dovevano parlarne in maniera irresponsabile. Per questo motivo era collocato nei templi. Il suo gesto, lo fa distinguere da tutti gli altri dei dell’Egitto, con i quali aveva qualche similitudine nei segni che l’accompagnano. Per alcune similitudini è stato spesso confuso con Horus. Gli Egizi dicevano che Arpocrate era l’altro figlio di Iside e Osiride ma forse la frase era da prendere in senso simbolico. Questo dio aveva degli attributi, ovvero dei simboli: il cane il gufo e il serpente. Il cane era simbolo di fedeltà, il gufo di saggezza e di sapienza perché vede nel buio, ed il serpente alla prudenza, inoltre era anche simbolo della conoscenza segreta. Spesso Arpocrate era raffigurato da solo ma con dei raggi intorno alla testa, simbolo di divinità e di conoscenza realizzata. Essendo il dio del segreto, era anche dio della saggezza e della conoscenza esoterica. Frequentemente era raffigurato sul fiore di loto o di giglio bianco e con il corno dell’abbondanza, come risultato della grande opera compiuta. Plutarco diceva che, benché fosse situato all’ingresso dei templi il suo messaggio era rivolto solo agli iniziati non al volgo, visto che l’identità della stessa divinità era ignota.

L’apprendista che si avvia a conoscere i segreti, viene virtualmente identificato con Arpocrate stesso. Il silenzio massonico non è imposto solo nel tempio, ma anche fuori. Ogni massone deve osservare il silenzio e la discrezione, astenendosi dal parlare con i profani dei lavori che si svolgono in loggia.