L’ostensione silenziosa evocava la perennità delle stagioni, il ritorno delle messi e l’alternanza della morte del chicco e della sua risurrezione in altri chicchi. Non si deve intendere la dea come personificazione, ma piuttosto come forza, come dinamica, e come flusso germinativo. Il culto della dea era la garanzia di tale permanenza ciclica. Il seno materno e il seno della terra sono stati spesso paragonati fra loro: «Sembra che si debba cercare, il significato religioso della spiga di grano, nel sentimento di armonia esistente fra la vita umana e la vita vegetale, ambedue sottomesse a vicissitudini analoghe… Ritornati nella terra i chicchi di grano, il frutto più bello della terra, sono la promessa di altre spighe» (Seckan L. e Leveque P., Le grandi divinità della grecia , Parigi 1966). Ricordiamo il verso di Eschilo: «La terra che da sola partorisce tutti gli esseri, li nutre e ne riceve poi nuovamente il germe fecondo» (Eschilo, Coefore, pag.127).
Gli altri elementi
Il grano
Una particolare cerimonia dei Misteri di Eleusi mette in rilievo il simbolismo generale del grano: nel corso di un dramma mistico, che commemora l’unione di Demetra con Zeus, veniva presentato un chicco di grano come un’ostia in un ostensorio e contemplato in silenzio. Era la scena dell’epoptia, o contemplazione. Attraverso il chicco di grano, gli epopti onoravano Demetra, la dea della fecondità e l’iniziatrice ai misteri della vita, progredendo nella via dell’iniziazione.
Possiamo citare anche la bella preghiera di Esìodo: «Pregate Zeus infernale e la pura Demetra, di rendere pesante il grano maturo, sacro a Demetra, proprio quando, iniziando il lavoro dei campi tenendo in mano il manico dell’aratro, toccate il dorso dei buoi che tirano aggiogati… Così le vostre spighe nel momento della loro maggiore pienezza inclineranno verso terra» (Esiodo, Le Théogonie, 465-469, 473).
La cerimonia dell’epoptia, che ricorda la morte e la rinascita del chicco di grano, è stata collegata all’evocazione del dio morto e risuscitato che caratterizza i culti misterici di Dioniso, ma una tale interpretazione non sarebbe altro che un derivato della prima. La spiga di grano era anche emblema di Osiride, era il simbolo della sua morte e resurrezione. Quando San Giovanni annuncia la glorificazione di Gesù attraverso la morte, ricorre anch’egli al simbolo del chicco di grano. Infatti nella citazione di Giovanni «Gesù afferma: “E venuta l’ora che il Figlio dell’Uomo sia glorificato. In verità, in verità vi dico, se il chicco di grano, caduto nella terra, non muore, rimane solo, se invece muore porta molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo, la serberà a vita eterna”. (Gv, 12, 23-25)
Il pane e la brocca d'acqua
Questi due elementi, presenti sul tavolino nel gabinetto di riflessione, servono ad accentuare la sensazione di miseria e di privazione in cui si trova il candidato. Egli si trova senza sostegno altrui, ed ha smarrito la retta via.
Questi oggetti inoltre alludono ad un’altra condizione in cui si trova il candidato, la condizione di prigionia. Pane e acqua sono nell’immaginario collettivo il pasto del carcerato. Al di fuori del tempio il candidato è prigioniero dell’oscurità, dei vizi e delle lusinghe del mondo profano. Ma pane e acqua sono anche il cibo del penitente che rinuncia per espiare, e dell’asceta che rinuncia alle comodità e ai piaceri per la ricerca del bene supremo. Pane e acqua sono presenti anche nella veglia d’armi del cavaliere errante che passa la notte in preghiera prima dell’investitura; da solo in una cappella egli è in attesa che gli appaia la dama mistica. Ma i simboli sono comunque molto ampi. Acqua e grano fanno parte del simbolismo del secondo grado che rivedremo in seguito.