Il Gabinetto di riflessione è quel locale dove sosta il candidato prima di essere iniziato. Per certi versi ricorda la veglia d’armi del cavaliere medievale che doveva essere investito. La stanzetta angusta ha le pareti dipinte di nero, qui il candidato stilerà il suo simbolico testamento, qui dovrà lasciare tutti gli oggetti metallici o di valore in suo possesso. Per entrare nel tempio in stato di disagio. Questo da a volte una sensazione di irrealtà perché si perdono i riferimenti che ci identificano con la vita di tutti i giorni.
La magia del Gabinetto di riflessione
Quando si entra nel Gabinetto di riflessione non ci si rende conto di quanto questa esperienza è destinata a cambiarci. Noi entriamo nell’elemento terra, andiamo negli inferi, intesi come un luogo che si trova al di sotto del mondo conosciuto. Alla nostra destra possiamo vedere la falce e la clessidra, i simboli di Saturno che corrispondono al nero, alla separazione e alla putrefazione alchemica, ma anche del cambiamento. Come pure il simbolo dell’implacabile passare del tempo. Alla nostra sinistra uno scheletro simbolo della morte, ma anche della quiete, le ossa sono quello che rimane dopo la tumultuosa fase della morte. Quindi alla nostra destra il nero e il cambiamento, alla nostra sinistra il bianco e la quiete, come precursori del pavimento a scacchi che troveremo nel tempio. Di fronte a noi il gallo, simbolo della luce e del sorgere del sole nonché della rinascita. Noi vediamo quindi una sorta di tunnel al cui fondo brilla la luce dell’infinito.
Interiormente abbiamo lasciato i nostri averi materiali e i simboli che ci distinguono dagli altri, e facciamo testamento. Abbiamo rinunciato all’uomo che eravamo prima mentre ne sta nascendo un altro nuovo. La tensione è forte e forte è la paura dell’ignoto, non sappiamo ciò che succederà, magari abbiamo letto qualcosa, ma non è la stessa cosa che stiamo vivendo adesso. Spossati potremo anche assopirci un attimo, ma ecco che arriva il fratello che ci condurrà in loggia, e ci guiderà nella cerimonia di iniziazione. In seguito diventeremo compagno, poi maestro. Poi prenderemo degli incarichi: diacono, sorvegliante, venerabile, e discuteremo con i fratelli per chi deve essere eletto, perché io sono meglio di lui e quella carica mi spettava. Conosceremo dunque rabbia risentimento e dispetto.
Il sogno
Ma la vita è sogno per cui immaginiamo che nel momento in cui ci siamo assopiti abbiamo iniziato a sognare, e abbiamo sognato la nostra iniziazione, i nostri passaggi di grado, i nostri incarichi, le nostre discussioni, questo mentre siamo ancora li, nel gabinetto di riflessione, in attesa, assopiti. E allora potremmo svegliarci e cominciare realmente la nostra iniziazione. Cercando di non ripetere gli stessi sbagli appena sognati.
Magari sognando di nuovo, di svegliarci ancora nel gabinetto di riflessione, prima della cerimonia, fino a capire quello che siamo venuti a cercare in Massoneria. Chissà però, quanti di noi, in questo momento, sono ancora addormentati nel gabinetto di riflessione.