Frequentemente si crede che la tolleranza sia un concetto etico atto, nella visione più limitativa, a consentire la sopportazione degli altri e, nella visione maggiormente estensiva, a favorire il rispetto anche di chi non si può condividere. Nella prospettiva massonica, che prende le mosse dall’assenza di verità eterne, immutabili, assolute, rivelate una volta per tutte e che riconosce una scintilla della verità infinita in ciascun essere umano, il concetto di tolleranza, come si è già visto, assume una dimensione diversa. Esso garantisce quell’ascolto del pensiero altrui, che faceva dire al massone Voltaire: “non condivido le tue idee, ma sono pronto a dare la vita perché tu le possa manifestare”. Solo questo può consentire l’accumularsi delle verità plurime, in continua crescita. Quello stratificarsi di singole verità destinato a fermarsi solo quando non ci saranno più uomini sulla terra. La tolleranza si trasforma, dunque, in strumento di conoscenza al servizio del singolo individuo consapevole di essere solo parte di un tutto ben più vasto ed articolato.