II simbolo dei triangolo è l’esaltazione del numero tre. Esso può essere pienamente espresso soltanto in funzione dei suoi rapporti con le altre figure geometriche. Secondo Boezio (filosofo latino, Roma 480-524), che riprende le concezioni geometriche platoniche e che è studiato dagli autori romani, la prima superficie geometrica creata è il triangolo, la seconda il quadrato e la terza il pentagono. Ogni solido geometrico, -se vengono fatte partire dal suo centro delle linee verso gli angoli,- questi può essere diviso in tanti triangoli. Il triangolo è alla base della formazione della piramide. Il triangolo equilatero rappresenta la divinità, l’armonia, la proporzione. Poiché ogni generazione si produce per divisione, l’uomo corrisponde a un triangolo equilatero tagliato in due, cioè a un triangolo rettangolo. Questo, secondo l’opinione di Platone nel Timeo, è anche rappresentativo della terra. La trasformazione del triangolo equilatero in triangolo rettangolo si traduce con una perdita di equilibrio.
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Il Triangolo
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Fra le diverse figure geometriche, dopo il triangolo equilatero vengono il quadrato ed il pentagono. La stella a cinque punte diviene un pentagramma che designa l’armonia universale. Lo si ritrova spesso, poiché è impiegato come talismano contro le cattive influenze. Esso è la chiave della geometria ed è alla base della sezione aurea, chiamata anche proporzione divina. Il pentagono, che designa il mondo dei piani, evolve al dodecaedro che rappresenta il mondo dei volumi e che corrisponde ai dodici segni zodiacali. A ciascun segno primario, (esaedro, tetraedro, dodecaedro) corrisponde un proprio piano: al cubo, il quadrato; alla piramide, il triangolo; al dodecaedro, il pentagono. Le corrispondenze fra i numeri e le figure geometriche sono assolute, tanto che l’uomo risulta da un gioco di contrari, non può avere il significato del cerchio, che rappresenta l’unità e la perfezione. Tutto gli sfugge: il triangolo, il quadrato, la stella a cinque punte e il sigillo di Salomone a sei strisce. Se l’uomo non è nato allo spirito, queste figure geometriche mantengono segreti i loro simboli, che corrispondono ai numeri 3, 4, 5, 6. Il dodecaedro diviene accessibile soltanto nell’ordine della perfezione.
Le affinità fra quadrato e rettangolo nella costruzione sono state a lungo studiate. I triangoli e i rettangoli giocano un ruolo importante; da cui il significato della squadra nell’arte della costruzione. Nella tradizione dei tagliatori di pietre, in riferimento agli angoli e i rettangoli, viene detto che l’essenziale è trovare il centro, definire il punto, per restituire la proporzionale, che ci permette di avere un senso esatto del dato esteriore e del dato interiore. La reciprocità è sempre fondamentale. Se esaminiamo le cattedrali gotiche, appare innegabile che la disposizione architettonica della facciata è il riflesso di una disposizione interiore. Lo stesso dicasi per la struttura delle chiese romaniche fedeli alla tradizione. Tali esempi mostrano come, nel XII secolo, la scultura e la pittura non fossero distinte dagli altri aspetti della vita spirituale (Davy M., Iniziazione alla simbolica romana, Parigi 1964 pag. 201-203, Funck-Hellet C., De la proportion Parigi 1951, pag. 114). Oltre alla sua importanza ben nota nel Pitagorismo, il triangolo è nell’alchimia il simbolo del fuoco e anche del cuore. Occorre inoltre considerare i rapporti fra il triangolo dritto e il triangolo rovesciato, essendo il secondo il riflesso del primo: si tratta dei rispettivi simboli della Natura divina del Cristo e della sua natura umana; sono anche quelli della montagna e della caverna. I triangoli sovrapposti raffigurano: Purusha e Prakriti, Shiva e la Shakti, il linga e la yoni, il fuoco e l’acqua. Le tendenze satwa e tamas. Come simbolo di conoscenza ed oscurità. Il loro equilibrio, sotto la forma dell’esagono stellato è rajas, che rappresenta “l’azione” l’espansione sul piano della manifestazione. (Danielou J. Il mistero dell’avvento, Brescia 1966./ Eliade M. Forgerons et Alchimistes, Parigi 1966./ Granet M. Danses et legends de la Chine ancienne, Parigi 1926./ Guenon R. L’esoterismo di Dante, I simboli fondamentali della scienza sacra, Ed. Mediterranee Roma).
È nota l’importanza attribuita al triangolo nella nostra istituzione, che viene anche chiamato il Delta luminoso. Il triangolo sublime è quello la cui vetta è di 36° e i due angoli di base di 72°. Ogni triangolo corrisponderebbe ad un elemento: l’equilatero alla terra, il rettangolo all’acqua, lo scaleno all’aria, l’isoscele al fuoco. Ai triangoli sono legate numerose speculazioni: sui poliedri regolari, che derivano dagli equilateri; sulle innumerevoli triadi della storia religiosa; sui trittici della moralità ben pensare, ben dire, ben fare; sulla saggezza, forza, bellezza, etc., sulle fasi del tempo e della vita, passato, presente, futuro; nascita, maturità, morte; sui tre principi di base dell’alchimia, sale, zolfo e mercurio ecc. Tali enumerazioni conducono facilmente dal simbolismo allo stereotipo. Il triangolo massonico rappresenta alla sua base la Durata e, sui lati che si ricongiungono alla vetta, Tenebre e Luce; il che comporrebbe il ternario Cosmico. Quanto al delta luminoso della tradizione, esso sarebbe un triangolo isoscele dalla base più larga di ciascun lato, come il frontone di un tempio: con 108° in cima e 36° per ogni lato della base: un tale triangolo corrisponderebbe al numero d’oro. Inoltre in questo triangolo si iscriverebbero perfettamente la stella fiammeggiante e il pentagono (Boucher J. La simbolica massonica, Roma 1979, pag.86-94).