La transizione al grado di Maestro Segreto è una delle più complesse di tutto il percorso scozzese dove la capacità critica di coloro che la percorrono viene seriamente messa alla prova. Per coloro che accedono al quarto grado diamo per scontato che abbiano una esperienza già consolidata, che conoscano l’esoterismo massonico. Ma a questi fratelli viene detto che il grado di Maestro Segreto è un “Grado Ebraico”, che non si parla più ne di Alchimia, ne di Cabala. Eppure se ci guardiamo intorno, se osserviamo la simbologia che ci circonda con un’altra chiave di lettura, vedremo che le gocce argentate sui teli esposti a lutto sembrano le gocce del Mercurio alchemico, l’emblema della germinazione del mondo. Inoltre ci suggeriscono che anche nella “Nigredo alchemica”, dove siamo immersi nel nero più nero, il germe del bianco attende di essere risvegliato. La pioggia argentea ci avverte che lo spirito si sta condensando e cade come pioggia recando sollievo alla materia riarsa e, come dice Ermete Trismegisto, rendono evidente ciò che era nascosto. Questo apparente contrasto può gettarci nella costernazione, questo perché il quarto è un grado con un doppio aspetto, una doppia valenza, e questo può essere riassunto con il concetto: noi sappiamo già, abbiamo delle conoscenze ma le dobbiamo accantonare per far posto ad altri ulteriori insegnamenti. La transizione ad un livello superiore è evidente per i vari simboli che incontriamo, ad esempio vediamo entrare il candidato con la benda sugli occhi ma su questa è collocata una piccola squadra d’argento, la sua posizione ci suggerisce due importanti similitudini. La prima ci ricorda il geroglifico e la corrispondente parola egizia “UP” che significa <>, o <>, usata nei riti egizi di resurrezione, ed associata all’acquisizione della capacità di discernere e di comprendere ciò che è ultraterreno. Questo simbolo in Egitto era portato dagli iniziati
I Simboli della transizione nell’Elevazione al Quarto Grado
La seconda similitudine la troviamo nel libro dell’Esodo (Es.34,29) dove leggiamo che quando Mosé scese dal Monte Sinai, con le tavole della legge dopo aver conversato con il Signore, il popolo poté vedere due raggi luminosi che gli partivano dalla fronte e si stagliavano verso il cielo, da quel momento e il suo viso era talmente luminoso che egli prese l’abitudine di portare un velo sul viso.(Es.34,33). Quindi possiamo dire che chi ha acquisito una conoscenza superiore porta sulla fronte una V e un velo. Tornando al Tempio possiamo vedere un’urna che contiene delle ceneri, perché il corpo del maestro ed il discepolo stesso che da ora lo rappresenterà è già passato attraverso il fuoco, e si trova già in una posizione ultraterrena. Quali sono allora i fondamentali insegnamenti di questo grado? Il primo insegnamento è l’umiltà, cui segue l’obbedienza, a cui ci si deve sottoporre affinché i fratelli più esperti possano insegnarci quel linguaggio che permetterà di ri-forgiarci nuovamente, proprio come le spade degli eroi della mitologia, che devono essere fuse di nuovo per poter essere ritemprate. Dobbiamo ora spaziare nella nostra ricerca, analizzando il grado appena acquisito, dobbiamo cioè spaziare entro quei nuovi limiti che ci sono stati imposti. Dobbiamo imparare a lavorare con delle precise demarcazioni, per acquisire la sottile arte dell’autoperfezionamento. Quale simbolismo affiora nel grado del maestro segreto? Quello della purezza spirituale. Il maestro segreto riceve degli insegnamenti “imperativi” in cui viene esortato ad essere migliore, ad eliminare i difetti umani. Questo perché quando si salgono gli scalini della conoscenza, via via che saliamo dobbiamo lasciar cadere qualcosa, quella parte delle limitazioni umane che è opportuno abbandonare. Più che mai in questo grado vale il concetto che la massoneria accetta al suo interno degli uomini buoni per renderli migliori. La purezza delle origini restituite, l’eliminazione delle macchie provocate dagli errori e dai contatti terrestri è necessaria per entrare nei templi di ogni religione ci si deve purificare perché altrimenti sarebbe impossibile un contatto con il divino.
Il grande lavoro che faremo su noi stessi è necessario per acquisire consapevolmente ciò che troveremo più avanti. In tutte le tradizioni spirituali la prima fase è sempre quella del perfezionamento. Questa fase è simboleggiata dal passare dalla squadra, che rappresenta il mondo fisico e il compasso che rappresenta il cerchio, la sfera, il cielo, lo spirito. Per questo il maestro segreto nel momento centrale della cerimonia si trova davanti il simbolo più importante, costituito da un triangolo, un cerchio ed una stella fiammeggiante. Questa struttura concentrica è allegorica del nostro viaggio interiore, dove il triangolo equilatero rappresenta l’armonia, la proporzione e la divinità, ed è in Alchimia il simbolo del fuoco, oltre che del cuore inteso in senso spirituale. Al suo interno troviamo il cerchio simbolo dell’anima, nella progressione successiva raggiungeremo la stella fiammeggiante, essa rappresenta il Fuoco centrale vivificante, il centro interiore dell’uomo da cui s’irradia la vera Luce, l’Illuminazione e la Scienza divina. È il Fuoco sacro dello Spirito divino incarnato, che vivifica l’uomo dal di dentro, dal suo centro appunto. La Stella fiammeggiante s’identifica con l’illuminazione interiore l’intuizione che guida l’iniziato che ha coscienza di essere portatore d’un principio di ordine, armonia, perfezione. La Stella fiammeggiante era considerata dagli alchimisti, simbolo della Quinta essenza celeste, del Fanciullo filosofico, immagine anche qui della divinità incarnata, il principio di coscienza. In conclusione il nostro rapido excursus ci ha permesso di rendere evidente la percezione dell’elevatissimo livello iniziatico di questo Rito.