Come abbiamo già avuto occasione di affermare la simbologia e le tradizioni rosicruciane si sono diffuse in maniera quasi ubiquitaria nella cultura esoterica occidentale, già dal quattrocento ma sempre con maggior forza dal seicento in poi. In particolare la tradizione dell’Arco reale inglese che è la più rosicruciana ha permeato molti ambiti culturali. Interessante è la corrispondenza dell’Arco con le lame dei Tarocchi. Se osserviamo attentamente la carta numero 21 che rappresenta il Mondo; vediamo quattro figure ai lati a noi già note: il leone, l’aquila, il bue, e la figura umana. Al centro una figura femminile che rappresenta l’”Anima Mundi” che corre o danza, questa corsa e questa danza generano il vortice che porta gli esseri e i mondi all’esistenza o alla distruzione. Solitamente viene raffigurata con due candele in mano rigorosamente rosse, segno del completamento dell’ ”Opera”.
I Tarocchi la carta XXI - Il Mondo
Intorno, un cerchio che, nelle diverse versioni rappresenta un serpente che si morde la coda (l’Uroboros simbolo dell’infinito), una corona di foglie d’alloro intrecciata con o senza quattro rose agli angoli (simbolo del divino e dell’amore disinteressato) oppure, una specie di collana composta da dodici perle o medaglioni che, alternativamente, raffigurano segni zodiacali o più semplicemente un cerchio, simbolo dell’infinito ma anche alchimisticamente dell’allume, il sale che genera tutti gli altri sali. Tutto questo rappresenta il medesimo concetto: la totalità. Per fare un paragone orientale la figura del “Mondo” ricorda molto una figura vedica. Si tratta di Nataraja il divino danzatore. Questa immagina raffigura un aspetto del dio Shiva, che danza all’interno di un cerchio di fuoco, e col movimento crea dei nuovi mondi mentre ne distrugge altri. La fisica moderna ha assimilato la danza di Nataraja con la danza delle particelle subatomiche che creano la materia dell’Universo.