A) L’aggiunta è postuma, per poter permettere di leggere le tavole di loggia e probabilmente è un innesto di origine continentale, avvenuto a meta del XIX secolo. Il mezzogiorno era nell’antichità un momento particolare, era il momento in cui l’ombra si dissolveva e il Sole cessava di salire ed apparentemente invertiva il suo corso, per questo veniva investito di una grande valenza magica. Mezzogiorno segna una sorta di istante sacro, perciò a metà del giorno, all’interno dei templi, si tiravano le tende e si vietava l’ingresso ai mortali. Tutti i lavori venivano sospesi, e nessuno doveva trovarsi per la via perchè era l’ora delle divinità e dei fantasmi. Ma torniamo alla mezzanotte, inizialmente la notte era indistinta e simbolo del caos, ma con l’invenzione della clessidra ad opera di Tolomeo Evergete si riuscì a dividerne le ore. La mezzanotte come momento dei fantasmi e delle streghe non esisteva ancora, perchè sono tutte ideazioni recenti. Per ora la mezzanotte è solo l’opposto del mezzogiorno, il seme da cui avrà origine il giorno, il buio da cui nascerà la luce. Tutte le iniziazioni antiche avvenivano la notte, i riti iniziavano perlopiù al tramonto, come avveniva ad esempio nei misteri eleusini. In Egitto le iniziazioni ai misteri isiaci si svolgevano nella grande piramide o in un tempio addobbato da sembrare l’oltretomba.
B) Il Cubo o esaedro, simbolo dell’elemento Terra ha sei facce quadrate, otto vertici e 12 spigoli. Filolao, vedeva nel cubo l’immagine dell’armonia perché il numero dei suoi vertici è la media armonica, dei numeri delle facce e degli spigoli, cosa che però accade anche per l’ottaedro. Ogni faccia del cubo, è suddivisa dai diametri della circonferenza circoscritta passanti per i vertici, in quattro triangoli rettangoli isosceli eguali; quindi la superficie del cubo è suddivisa in 24 triangoli rettangoli eguali ed il cubo od esaedro consta di 24 tetraedri equivalenti il cui vertice è il centro del cubo.
C) L’Ottaedro rappresenta l’Aria ha otto facce che sono dei triangoli equilateri, sei vertici e 12 spigoli, quindi la superficie dell’ottaedro è suddivisa in 48 triangoli rettangoli eguali, quindi il poliedro consta di 48 tetraedri equivalenti. Ad ogni poliedro regolare corrisponde un poliedro polare per il quale i numeri delle facce e dei vertici si scambiano mentre il numero degli spigoli resta invariato. Il tetraedro è autopolare; invece il poliedro polare dell’ottaedro è il cubo.
D) L’Icosaedro che rappresenta l’Acqua consta di venti facce che sono triangoli equilateri, dodici vertici e trenta spigoli, e la sua superficie è suddivisa in 120 triangoli rettangoli eguali e l’icosaedro consta di 120 tetraedri che li hanno per base ed hanno per vertice comune il centro del poliedro. Per gli alchemisti, l’icosaedro simbolico è quel cristallo sconosciuto chiamato il vetriolo dei filosofi, un’acqua che è puro spirito. Cyrano di Bergerac ha scritto in età matura numerosi testi simbolico-alchemici in uno di questi “L’autre Monde” viene rapito in una macchina volante a forma di Icosaedro, e trasportato nel regno del Sole. Dopo avere attribuito a ciascuno di questi quattro poliedri la corrispondenza con l’elemento fuoco, aria, acqua e terra, Platone fa tacere Timeo cui fa dire soltanto: “-rimane così ancora una forma di composizione che è la quinta, di quella si fu giovato Iddio per il disegno dell’universo”. Platone ed i pitagorici sapevano che i poliedri regolari sono cinque e cinque soltanto, come si dimostra in modo semplice; ed osserviamo che anche si perviene al numero cinque. il numero pitagorico per eccellenza che é simbolo dell’Altissimo.
E) Il dodecaedro è il poliedro polare dell’icosaedro ed ha pertanto dodici facce che sono dei pentagoni regolari, ha venti vertici e trenta spigoli. Applicando ad esso il procedimento di suddivisione precedente, troviamo che i diametri delle circonferenze circoscritte ad una faccia passanti per i vertici, la suddividono in dieci triangoli rettangoli uguali, e se nella faccia si inscrive il pentalfa o stella a cinque punte, tutto il pentagono viene suddiviso dai lati del pentalfa e dai diametri passanti per i vertici del pentalfa in trenta triangoli. La superficie del dodecaedro si suddivide in tal modo in 360 triangoli, e conseguentemente il dodecaedro si decompone in 360 tetraedri che li hanno per base ed hanno per vertice il centro del poliedro. Ora 360 è il numero delle divisioni dei dodici segni dello zodiaco, ed è, il numero dei giorni dell’anno egizio.