Il “quadro di loggia” è quel quadro che viene scoperto nel momento in cui si aprono i lavori e viene chiamato anche tavola di tracciamento e cambia a seconda del grado in cui si lavora. Oggi noi abbiamo il quadro già fatto, ma anticamente esso veniva disegnato di volta in volta, e distrutto alla fine dei lavori, come fanno ancora oggi i monaci nel Tibet con i “Mandala”, che vengono disegnati secondo un complesso rituale con polveri colorate ed un’operazione che a volte può richiedere mesi e poi viene cancellato immediatamente dopo averlo finito. Nella tavola di loggia sono raccolti grandi segreti, perché essa è un “Emblema” cioè un insieme, una costellazione di simboli che serve ad indurre nell’adepto uno stato d’animo particolare che gli permette di acquisire in maniera “pre-logica” ed immediata una serie di idee, sperimentandole non razionalmente ma con tutto il proprio essere. Deve realizzare, insomma, una specie di “Satori” come direbbero coloro che praticano lo Zen o una illuminazione sulla strada di Damasco come direbbero i cristiani. Nella tavola di loggia c’è la quintessenza del rituale. Prendiamo dunque il quadro di loggia di primo grado. Osserviamolo, cosa troviamo davanti a noi? Vediamo una corda con sette nodi, poi il sole e la luna.