Fin dalle origine della nostra istituzione, è invalso l’uso di salutarci con un triplice fraterno abbraccio e conseguente bacio sulla guancia. Si tratta in questo caso di una antica tradizione, che è stata gnostica ed egizia, ma era anche praticata dagli esseni e dai terapeuti (due comunità del tempo di Gesù), tradizione questa che era propria anche dei rosacrociani. In origine il triplice abbraccio era rivolto al maestro, al capo della comunità ed era simbolo di rispetto e di obbedienza. Torna alla memoria Giuda che bacia Gesù nell’orto del Getzemani per indicare alle guardie chi era il maestro, perché solo al maestro veniva tributata questa forma di rispetto. Inoltre con il contatto fisico si è sempre pensato che si potesse veicolare una influenza positiva, un po come se si imponessero le mani per guarire.
Il rituale dei tre baci di saluto
Dobbiamo considerare che nella visione spirituale, i piani di esistenza sono tripartiti, quindi in questa piccola cerimonia, con il primo bacio si entrava in contatto con l’aspetto terapeutico del maestro, con il secondo bacio si entrava in contatto con l’aspetto mentale del maestro e con il terzo bacio il discepolo entrava in contatto con l’aspetto animico del maestro. Instaurando questo contatto interiore, il discepolo riceveva una benedizione spirituale, una vera e propria elevazione, applicata a tutti e tre i piani dell’esistenza. La nostra mentalità contemporanea indubbiamente più laica, ha modificato il nostro modo di vedere le cose, e quindi si tende a ritenere ogni libero muratore di pari dignità, per questo il saluto ormai e praticato verso ogni membro della loggia. Noi massoni attribuiamo ad ognuno di coloro che salutiamo, la massima reverenza spirituale possibile.
In conclusione, la tornata è finita adesso torniamo nel mondo profano, da oggi avete qualcosa in più. Ora non siete solo degli apprendisti massoni, ma siete ambasciatori della massoneria, nessuno sa che siete stati iniziati lo sanno solo i vostri confratelli, e le persone che hanno la vostra confidenza, ma il mondo profano vi guarda, avete quindi il compito di ben rappresentare la nostra istituzione, e di suscitare quel senso di ammirazione per la serietà e la correttezza che vi contraddistinguerà.