La porta rappresenta il luogo di passaggio fra due stati, fra due mondi, fra il conosciuto e l’incognito, la luce e le tenebre, la ricchezza e la miseria. La porta si apre su un mistero. Essa ha un valore dinamico, psicologico, poiché non solo indica un passaggio, ma invita a superarlo. E’ l’invito al viaggio verso un “aldilà…” La porta è l’apertura che permette di entrare e di uscire, dunque il passaggio possibile – oltre che unico – da un campo all’altro: spesso nell’accezione simbolica, dal campo profano al campo sacro. Lo stesso dicasi dei portali delle cattedrali, dei torana indù, delle porte dei templi o delle città khmer, dei torii giapponesi, ecc.
La porta del tempio
l simbolismo dei guardiani è mutuata dall’iniziazione (che in sostanza significa entrata) questa può essere interpretata come il superamento della porta. Giano, il dio latino dell’iniziazione ai misteri, custodiva le chiavi delle porte solstiziali, cioè delle fasi, ascendente e discendente, del ciclo annuale. Si tratta rispettivamente della porta degli dei e della porta degli uomini, che danno accesso alle due vie di cui Giano (come Ganesha in India) è il maestro: “Pitri-yana” e “Deva-yana”, dice la tradizione indù, vie degli avi e degli dei. Le due porte sono ancora “Ianua inferni” e “Ianua coeli”, porta degli inferi e dei cieli. La porta ha anche un significato escatologico. La porta come luogo di passaggio, e soprattutto d’arrivo. Diventa naturalmente il simbolo dell’imminenza dell’accesso e soprattutto della possibilità di accesso ad una realtà superiore (o inversamente dell’effusione di doni celesti sulla terra). La porta si presta a numerose interpretazioni esoteriche. Per gli alchimisti e i filosofi, secondo quanto afferma Dom Pernety (Dom Pernety, favole egizie e greche, Genova 1885) «essa ha lo stesso significato della chiave, inizio e modo di operare in tutto il corso dell’opera». La porta rappresenta la comunicazione con l’oggetto occulto, con lo strumento segreto.
Nel Tempio Massonico, la porta del Tempio è posta fra le due colonne. La porta del Tempio deve essere molto bassa. Penetrando nel tempio, il profano deve curvarsi, in segno di umiltà per la sacralità del luogo, ma anche per sottolineare la difficoltà del passaggio dal mondo profano a quello iniziatico. Questo gesto gli ricorda anche che, morto alla vita profana, rinasce ad una nuova vita, alla quale si accede in modo simile a quella del bambino che viene al mondo. La porta dei Tempio è designata come Porta d’Occidente: questo ci ricorda che il sole si corica alla sua soglia, cioè che la Luce si spegne. Al di là regnano dunque le tenebre, ovvero il mondo profano.